IL CAMMINO…

Tratto da “Il cammino” un mio racconto inserito nell’antologia La rivincita del cuore, a cura di Emilia Ferrara, edizioni Homo Scrivens, devoluto in beneficenza per l’AISLA.

C’è un posto desolato e fuori dal mondo, che in realtà poi una volta percorso te lo mette ai piedi. C’è una vecchia fortezza andata distrutta, di cui rimangono i pochi bastioni sui quali ci si può sedere, calpestando antiche maioliche, in una terrazza a strapiombo, lasciandosi trasportare da una miriade di emozioni.

Mi sono seduto giorni fa e ho atteso l’alba e poi il tramonto. E’ pazzesco!

Bunker del Charmel, dove siedo da due giorni, di una Barcellona in cui mi sono rifugiato da mesi. E’ la mia seconda casa. In realtà non so neanche quale sia la prima: se quella di Milano, da cui sono scappato, o quella vagabondante nella quale provo a vivere, ospitato da qualcuno o fatta di pochi euro.

La vista si inizia a colorare di sfumature, all’arancio al viola, come un incendio e il vento turba il silenzio con il fruscio delle foglie e il canto lontano di qualche uccello. Tutto appare come uno sconfinato mondo, dove l’infinito avvolge e la mente vaga in una luce ambrata.

Stanotte la luna e il freddo mi hanno lasciato sveglio, ma non sono stanco.

 

Un assaggio del brano Il cammino di Venturi Valeria

Il connubio di Valeria Venturi

Il CONNUBIO

Oblio nello spazio della non vita.

Rughe sulla terra invase da un vento furioso, insidiate da tuoni e lampi violenti.

Improvvisamente una goccia forma onde scroscianti verso la riva arsa.

Tutto pervade. Tutto sovrasta.

Un pianeta arido nel turchese di un cielo limpido,l’indaco di un tramonto nel bruno dell’oscurità.

Al nero della notte, una Luna accoglie un sole imperante. Si cercano, si inseguono nel silenzio di miscela d’aurora, ostile ai luccichii di polvere di stelle.

Luna e sole si incrociano si sfiorano in danze antiche nell’eclissi si fecondano in scoppi di stelle.

Un atomo viaggia nello spazio lontano.

In latenza si separa in molecole.

Un aspirale abbraccia l’anima di una cellula pulsante, da un energia riversata dal passato.

Miliardi di cellule si accolgono in rituali primitivi e formano l’unisono di complesse essenze.

Il sangue scorre, tra l’impalcatura di un calore vitale, la pelle protegge il vestito esistenziale.

Proteine, plasma, linfa di un piccolo vagito al grido di un eco.

Piedi saldi sulla terra, occhi per il mondo, labbra tra gocce di sapori mielati.

Il tocco scottante tra vite ansanti, di succhi proibiti e respiri dinamici.

Una goccia che diventa mare, un ruscello che nutre terre infeconde, mani che toccano cuori, uno scoppio di stelle che diventa luce.

L’atomo diventa anima, di membra forti, di parole gentili, di vita che arde di fuochi brucianti.

Cellule passionali di connubi funzionali, nel calore del sole, nel fulgore della luna, al borotalco di posti selvaggi.

Un intelaiatura di anime, in cerca di un posto, irradiate dalla vita, respirano felicità.

Una vita ama, e l’amore ama la vita.

(Valeria Venturi)

 

Poesia scritta e donata in occasione del raduno di giugno 2018 delle donne della Soka Gakkay.

L’essere umano, atomo fondamentale al centro dell’universo, di cui ne fa totalmente parte.

Poesia: VOGLIO di Venturi Valeria

Voglio

Voglio un letto di porpora, umide lenzuola di orgasmi. La mia bocca ha fame. Il mio cuore ha sete.

Voglio le tue carezze esigenti e svestite di pudore. L’odore carnale, il sapore piccante e la lingua ardente. Rosso tenebra di un tramonto che si estingue.

Il mio ventre ansante vibra, la pelle trasuda, il corpo scuote in un fremito di membra sottostanti. Spazia sul mio corpo, liquido, sudore di notti e di orgasmi.

Voglio baci lenti, mani intrecciate, occhi all’unisono. Incastro l’anima dopo la collisione, curo i graffi insanguinati. Solletico le paure. Carezzo i segni della vita sbiadita.Le tue debolezze sono le mie, le mie sono le tue. Voglio un congiungersi di corpi.

Voglio lenzuola sgualcite. Voglio cieli senza fine, aquiloni che volano alti dominando i venti. Voglio lune piene, bocche piene, mani forti, ali alle spalle.

Voglio scintille, desiderio di tacchi sinuosi. Voglio pizzi e seta. Voglio fuoco bruciante. Voglio sbocciare senza freni, senza regole. Voglio dominare vette, salutare il sole, baciare la notte.

Voglio sentire la musicalità delle sue parole, i battiti felini che si assopiscono, che dominano. Voglio dare voce all’emozione e tu devi ascoltarla.

Voglio il tuo volere, e il tuo volere sarà il mio “voglio”. Perché io voglio.

(Valeria Venturi)

 

Non vado di fretta

Non vado di fretta di Valeria Venturi racconta in un diario a due voci le vicende di Francesca e Gianluca, dai banchi di scuola agli anni della maturità.

Francesca e Gianluca si conoscono fin da bambini, stabilendo subito un profondo e sincero rapporto di amicizia. Lei, con un passato di violenze alle spalle, figlia di una città decadente, con il dono della bellezza, intraprendente e sempre collericamente in debito con la vita. Lui, figlio unico, benestante, è introverso, virtuoso, di sani principi e dal cuore generoso. La storia prende vita in una Napoli di fine anni ’80, quando tra i banchi di scuola del liceo scientifico di Posillipo, nascono le prime vicende, fino alla maturità dei giorni nostri. I due protagonisti presto scoprono l’amaro sapore del conflitto: l’attrazione si contrappone alla difficoltà e le affinità contrastano con le differenze.

Francesca è irrequieta, passa da un ragazzo all’altro, per un bisogno continuo d’attenzione e per un vuoto da colmare. Gianluca attende, valutando in modo approfondito prima di iniziare la sua vita amorosa, perché il suo desiderio più recondito è quello di conquistare la sua più grande amica. Tra amori, amicizie, scontri e litigi, il romanzo comunica che non sempre il sentimento basta a colmare le differenze, o il vuoto interiore. Le strade dei personaggi si allontanano e si riavvicinano più volte, ma nonostante il forte sentimento che li lega, matureranno consapevoli di quello che sono e di quello che desiderano dalle proprie esistenze. Spesso si interrogano sul senso della vita, sul significato dell’amore e dell’amicizia, sull’importanza della libertà e la realizzazione personale.

Non vado di fretta, quindi, non è solo una storia d’amore ma anche un romanzo di formazione. Lettura scorrevole, con un’attenta caratterizzazione dei personaggi che prendono vita attraverso pagine di lettere e diario, con due diversi punti di vista che rendono partecipe il lettore delle tante molteplicità della realtà e di come sia sempre soggettiva.

Un romanzo che si legge senza interruzione. L’adolescenza e i temi della vita riportano a un unico grande nemico-amico: la paura. Questa oscura signora che vive nel cambiamento, nelle delusioni e nel timore di concedere il cuore, di poter essere felici davvero, senza pagarne il prezzo delle conseguenze. Il lettore in ogni pagina avrà modo di rispecchiarsi e trovare un pezzo di sé, perché la loro storia è la storia della vita, dell’emozione, potrebbe essere anche la tua.

Gianluca e Francesca non sono solo personaggi, ma persone che impariamo a conoscere, e che ci rammarichiamo di dover lasciare andare via, in un finale ricco di speranza.

Può essere acquistato su questa pagina.

Tra noi e l’anima…

Il sogno è guidato da un cuore speranzoso e vola verso l’alto guidato dalla purezza del pensiero.

Corre verso il destino, sfida il passato, sorpassa il presente e si catapulta sul futuro.

Viaggia verso luoghi sconosciuti, attraverso il tempo a gran discrezione.

 

Il sogno è silenzioso.

Il sogno è ambizioso.

Il sogno è generoso, luminoso, riempie il cuore di gioia.

Il sogno è oscuro, minaccioso e fastidioso, ma sempre sincero, nato dalla vera essenza, dal giusto e dalle fonti più preziose e sepolte dell’anima.

Quindi deve essere sempre fiducioso.

Il sogno è evasivo, ci fa scappare e ci da rifugio di ristoro.

Il sogno ci rinfranca, ci stupisce o ci abbatte se è negativo.

Il sogno è il cordone che ci unisce tra noi e l’anima.

Può essere di compagnia e ci fa restare con noi stessi.

Peccato che si smette di sognare!

Peccato che non ci crediamo più.

Peccato che realtà e sogno non possano avere legame.

Peccato se smettiamo di cercarli!

Come una primavera…

Nella vita le persone vanno e vengono.

Alcune restano tutta una vita, altre per brevi momenti o periodi, ma hanno tutte uno scopo.

Di persone, eh! si, ne ho conosciute tante.

Quelli che riempiono le giornate con un sorriso e quattro chiacchiere.

Quelli che si avventuravano con me nei banchi di scuola, in quelli che erano i momenti più belli dell’esistenza.

Quelli che hanno creduto in me, che nonostante tutto ci sono sempre stati.

Quelli che mi hanno amata o che mi hanno delusa… anche fortemente.

Quelle persone misteriose che come degli angeli misteriosi sono comparsi e scomparsi, con uno scopo preciso. Lo scopo di donar qualcosa alla mia anima e di estrapolarne qualcosa.

Quei “vampiri” che mi hanno usata per dare un senso alla propria esistenza e che mi hanno lasciato nulla se non l’amaro del vuoto.

Quelli che mi tolgono la solitudine senza farmi compagnia.

Quelli che ascolti ma non senti, che dividi la quotidianeità e che prendi il caffè.

Quelli che in brevi attimi hanno concesso più di una vita stessa o di tante persone che ci impiegano il doppio dell’energia.

Quelli che non avevo bisogno di parole o che già avevano la risposta al senso stesso. Poi c’erano quelli che avrei potuto spiegare per ore intere, ma alla fine restavano della loro limitata ottusagine.

Quelle anime affini, che fanno beffa al destino, in perfetta sintonia, in vibrazione come le calamite che io chiamo “primavera”.

Che come un arcobaleno danno un senso, mostrano il bello, compiono una missione e lasciano un indelebile ricordo.

Che come una primavera sbocciano dal nulla, fioriscono nell’anima, profumano di vero per poi morire….

Fuoco…

Ho compreso il linguaggio del fuoco vivendolo.

Ardente fiamma invadente.

Coraggiosa passione divulgatrice, alimentata dal vento, resistente al tepore .

Sposata al resistente arbusto da cui nasce imperatrice.

Non si lascia morire dalle goccie di lacrime copiose, bruciante nei ricordi, sopita nei sogni.

Rossa come la paura che genera rabbia. Rosso come il cuore, l’amore, la sensualità. Fiorente con autorità e fierenza…

Purificò la mia anima e toccò il mio cuore.

Mi celava in un abbraccio regalandomi energia, invadendomi di luce, sciogliendo il freddo della mia anima.

Mi innamorai del fuoco.

Il fuoco mi amò.

Non diventammo cenere e arde ancora nelle lunghe notti.

(Poesia di Venturi Valeria)

Domus Talenti – Seconda classificata nella sezione narrativa.

Domus Talenti – Roma – 9 maggio: Strepitoso!
Bellissimo evento, gente selezionata, contesto elegante, posto storico… credo che non potesse riuscir meglio come serata.
E’ stata una grande opportunità. E’ stata una crescita emotiva importante, che mi temprerà per un futuro spero “più prospero” nel campo editoriale e della cultura. Ma per ora non posso lamentarmi, la mia creatura “Non vado di fretta”dalla sua nascita di pochi mesi, ha già toccato tante vette importanti ed il “premio Eureka come 2 classificata” ne ha dato ancora più spessore.
Poi i sogni si coltivano lentamente…. basta solo innaffiarli con pazienza, devozione e gran cura.

Il 9 maggio 2012 presso l’elegante cornice della Domus Talenti in Roma si sono assegnati i premi della Quarta edizione
del “Premio Eureka Eventi d’Arte”.
Alla presenza di oltre 400 persone sono stati assegnati i riconoscimenti, divisi per categoria:
Sezione scultura: 1 classificato Alessandro Di Cola,  2 classificato Alexia Porath Manzoni  3 classificato Marco Pietrosanti;
Sezione fotografia: 1 classificato Salvatore Baiano Svizzero  2 classificato Bifido  3 classificato Giorgio Piccinini
Sezione narrativa: 1 classificato Federica Farini  2 classificato Valeria Venturi  3 classificato  Sonia Giovannetti
Sezione astrattismo: 1 classificato Quartaroli Antonella  2 classificato Maura Menichetti  3 classificato Francesca Nicoli
Sezione figurativo:  1 classificato Gabriella Maino  2 classificato Luciana Guandalini  3 classificato Nikka
Premi Speciali sono stati attribuiti dalla Giuria a: Katia Malizia, Michelle Smith, Simona Lucidi
Menzioni Speciali sono toccate a : valnetina Anglei e Mario Salvo
Attestati di riconoscimento a: Francesco Ulissi, Leonetta Marcotulli, Angelisa Bertoloni, Enza Voglio ed Enzo Piatto.
Tra la Giuria Tecnica segnaliamo i critici Ing. Carlo Roberto Sciascia, il dott. Giorgio palumbi, lo storico dell’arte Livio Manzoni, il gallerista dott. Gilberto di Benedetto, il consigliere comunale di Volterra Riccardo Leonetti, Donna Giulia Caracciolo, il collezionista Enrico Di Salvo, la signora Gloria Efrati, il dott. Francesco Gosti.
La numerosa presenza di persone ci da la carica ad andare avanti, nonostante la crisi che la nostra economia sta attarversando” ha dichiarato l’organizzatore del Premio Massimo Picchiami.
La struttura sta già valutando alcune nuove locations per la Quinta edizione.
Si inviatano le città italiane ad ospitare l’evento (per contatti 339 1943484).
Il Premio Eureka è un premio itinerante, una specie di circo d’arte che annualmente si sposta in tutta Italia. Image